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Risanamento e sanificazione dei circuiti di acqua calda sanitaria

  • 20 Aprile 2020

Anche oggi vi scrivo da casa, credo che questo sia il periodo migliore per incrementare le nostre conoscenze. Questa volta vi parlerò di risanamento e sanificazione dei circuiti di acqua calda sanitaria, dell’importanza che hanno queste operazioni e della norma che le prescrive.

La nuova UNI 8065:2019 inserisce le procedure già trattate nella norma UNI EN 806, come norma di buona prassi, come prescrizione per due motivi:

  • evitare la formazione di biofilm per contrastare la possibilità di insediamento della Legionella Pneumophila, il batterio killer che ogni anno contagia molte persone.
  • eliminare le cause di sprechi energetici e disfunzioni negli impianti, dovute a incrostazioni da calcio, residui di lavorazione, ossidi metallici ed altre impurità.

La norma UNI 8065:2019 inserisce solo attività atte a prevenire tali problemi spesso sottovalutati, con il chiaro obbiettivo di limitare e o contrastare nel miglior modo possibile la possibilità di insediamento della Legionella, mentre le Linee Guida per la corretta gestione della Legionellosi vengono fornite direttamente dall’Istituto Superiore della Sanità.

Questo perché è noto che le colonie batteriche in generale, oltre alla Legionella, trovano il loro habitat ottimale proprio tra le incrostazioni di calcio e ferro, dove si annidano e proliferano più rapidamente.

L’introduzione di nuove operazioni e la loro corretta applicazione non solo hanno lo scopo di ripristinare o mantenere un corretto scambio termico e quindi ridurre gli sprechi energetici, ma anche quello di ripristinare e mantenere un’adeguata salubrità dei circuiti.

Infatti vengono prescritte le seguenti operazioni per qualsiasi potenza termica dell’impianto, anche per la sola produzione diretta di acqua calda sanitaria.

Nello specifico c’è proprio l’obbligatorietà di:

  • lavare e disinfettare gli impianti nuovi e risanare gli impianti vecchi in caso di ristrutturazione o sostituzione di componenti impiantistici, utilizzando “prodotti chimici specifici” che rispettino il D.lgs n. 31 del 2001 e il Regolamento CE n. 528/12 (Biocidi) in merito alla compatibilità con le condizioni igieniche e sanitarie previste per le acque potabili;
  • verificare, negli impianti vecchi, la presenza di perdite di circuito prima di effettuare la procedura di risanamento.

Tutto questo non sostituisce l’utilizzo di altri sistemi di prevenzione e/o bonifica per la protezione dal batterio della Legionella, ma è ritenuta una prassi fondamentale per avere una maggiore possibilità di efficacia rispetto agli altri sistemi di prevenzione. È noto infatti che in un impianto di acqua calda sanitaria i depositi e le incrostazioni da calcare e/o ossidi metallici limitano l’efficacia delle operazioni di prevenzione e/o bonifica eseguiti sia con sistemi fisici (shock termico) che con trattamenti chimici (disinfettanti a base cloro o acqua ossigenata).

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