Tra i vari sistemi di prevenzione da Legionella pneumophila annoverati nelle recenti linee guida e pubblicate dalla conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Provincie autonome di Trento e Bolzano, occupano un posto di particolare rilievo i trattamenti termici: shock termico e disinfezione termica.
Non volendosi soffermare sulla reale efficacia di suddette soluzioni, certo è che non si possono annoverare tra quelle energeticamente più convenienti.
Ecco allora che si è voluto valutare l’impatto energetico dei trattamenti termici in modo da capire se sussistono i presupposti per l’ottenimento dei certificati bianchi qualora una struttura sostituisse tale metodologia di prevenzione con una energeticamente più conveniente quale, per esempio, la disinfezione attraverso l’utilizzo di biossido di cloro.
I certificati bianchi sono dei titoli (convertibili in denaro) che l’Unione Europea conferisce a chi dimostra di essere in grado di realizzare un certo cospicuo risparmio energetico.
E’ stata pertanto coinvolta l’Università degli Studi del Piemonte Orientale di Alessandria, il cui dipartimento di Scienze ed Innovazione Tecnologica sta valutando l’entità di tale risparmio al fine di poterlo tradurre in crediti da farsi riconoscere dall’UE.
A quel punto esistono delle società specializzate, le ESCo (Energy Saving Company), che si fanno carico di ottenere i certificati bianchi e di convertirli in denaro per quelle strutture che ne faranno richiesta dotandosi di sistemi per la prevenzione da Legionella energeticamente più convenienti dei trattamenti termici.
La sostituzione dei trattamenti termici, che fino ad ora hanno rappresentato la soluzione a più basso impatto finanziario in termini di investimento iniziale, con sistemi quali la disinfezione tramite biossido di cloro, eventualmente finanziabili con fondi UE, rappresenterebbe quindi una opportunità doppia per quelle strutture che decidessero di attuarla poiché, oltre al risparmio energetico derivante dal non utilizzo dei trattamenti termici, usufruirebbero anche dei certificati bianchi, ossia dei finanziamenti necessari a realizzare la soluzione sostitutiva.