Come riportato da Repubblica sono stati registrate “Cinque morti di Legionella dal 2018 al 2020, contratta durante la degenza al Policlinico. Una bufera si abbatte sulla sanità pugliese: la procura di Bari ha disposto stamane il sequestro dei due più importanti padiglioni del Policlinico, il Chini e Asclepios, quello che fino a qualche settimana fa era il Covid Hospital pugliese.”
Si poteva evitare? Come?
Come abbiamo già discusso in questo blog, la misura migliore per evitare la contaminazione del proprio impianto, e le morti di Legionella, è la prevenzione. Attualmente esistono diverse soluzioni in grado di garantire la rimozione del batterio Legionella pneumophila sul lungo termine.
Tra queste, le misure preventive adottate più di frequente sia in termini di efficacia che per praticità di impiego sono le seguenti:
- Clorazione: metodo di disinfezione globale che è in grado di raggiungere i punti più distali dell’impianto. Ha come svantaggi la possibilità di corrodere le tubazioni e di peggiorare la qualità dell’acqua se non dosato correttamente.
- Disinfezione con perossido di idrogeno: Rispetto all’iperclorazione, è un trattamento meno aggressivo e dalle analisi non ha mostrato il rilascio di sottoprodotti organici o inorganici che possano cambiare le condizioni dell’acqua.
- Disinfezione con biossido di cloro: metodo molto efficace su un ampio spettro di popolazioni batteriche che costituiscono il biofilm e per questo molto indicato per il trattamento a lungo termine della Legionella (ricordiamo che il biofilm nelle tubazioni può favorire lo sviluppo di Legionella “proteggendola” da condizioni ambientali sfavorevoli).
- Monoclorammina: metodo altrettanto efficace nei confronti della Legionella (ma meno efficace su biofilm e altre popolazioni batteriche) grazie alla maggior persistenza del composto che ne assicura un’adeguata diffusione in tutte le zone dell’impianto idrico. Tuttavia questo significa che la concentrazione in uscita dall’impianto sarà più elevata compromettendo la qualità dell’acqua.
- Irraggiamento UV: sfrutta la proprietà della luce ultravioletta con lunghezza d’onda di 254 nm di inattivare i batteri dimerizzando la timina presente nel DNA. Differentemente da quanto accade per i prodotti chimici, questa tecnica è meno invasiva e non compromette la qualità dell’acqua.
- Trattamenti termici: sfruttano la condizione di temperatura limite di vita del batterio Legionella. Infatti, l’esposizione per tempi prolungati al di sopra della temperatura soglia provoca la morte delle colonie. Questo metodo, nonostante sia poco invasivo è attualmente poco utilizzato perché implica costi energetici molto maggiori rispetto agli altri metodi e non garantisce l’efficacia nelle zone distali dell’impianto o fortemente popolate da biofilm in grado di “proteggere” il batterio Legionella dal trattamento.
Ricordiamo inoltre che è obbligatorio redarre un protocollo di prevenzione della legionella. Se vuoi saperne di più non esitare a contattarci.