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È vero che il COVID-19 può diffondersi attraverso l’acqua potabile?

  • 23 Marzo 2021

Il timore che il nuovo Coronavirus, che da ormai oltre un anno affligge trasversalmente il mondo intero, possa diffondersi e trasmettersi attraverso l’acqua potabile o del rubinetto è piuttosto diffuso, e per questa ragione è necessario fare chiarezza.

Sebbene il virus SARS-CoV-2 possa permanere e sopravvivere nell’acqua per un breve periodo di tempo, il COVID-19 non è stato rilevato nell’acqua potabile che risulta quindi totalmente sicura per il consumo. È infatti importante tenere a mente che, prima di uscire dal rubinetto, l’acqua è soggetta a una serie di trattamenti preliminari come la disinfezione e la filtrazione, che comunque inattiverebbero il COVID-19 anche nel caso in cui questo fosse presente.

L’Istituto Superiore di Sanità, già nel marzo 2020, si era trovato a contrastare la diffusione di “fake news” sull’ipotetico legame tra diffusione del Coronavirus e acqua potabile e aveva segnalato ai cittadini di “non avere paura a bere acqua dal rubinetto perché”:

  • È sicura rispetto ai rischi di trasmissione della COVID-19 e non sussistono motivi di carattere sanitario che debbano indurre i consumatori a ricorrere ad acque imbottigliate o bevande diverse.
  • Le correnti pratiche di depurazione dell’acqua sono efficaci nell’abbattimento del virus, dati i tempi di ritenzione e i fenomeni di diluizione che caratterizzano i trattamenti, uniti a condizioni ambientali che pregiudicano la vitalità dei virus (temperatura, luce solare, livelli di pH elevati); la fase finale di disinfezione consente inoltre di ottimizzare le condizioni di rimozione integrale dei virus prima che le acque depurate siano rilasciate in ambiente.
  • Non risultano evidenze di trasmissione della malattia da SARS-CoV-2 a livello di sistemi fognari e trattamento delle acque reflue e non si hanno evidenze di infezione, né per il nuovo Coronavirus né per altri Coronavirus, nel personale esposto professionalmente a reflui, adottando gli ordinari dispositivi di protezione individuale e le correnti norme di sicurezza sui luoghi di lavoro.

La manutenzione degli impianti idrici per il contrasto al Coronavirus

Le regole standard per la manutenzione degli impianti idrici, a prescindere dall’attuale emergenza epidemiologica, dovrebbero sempre prevedere operazioni come la regolare sanificazione (ad esempio annuale o dopo un lungo periodo di fermo degli impianti dell’acqua) e la periodica sostituzione dei filtri, la pulizia di ugelli e rubinetti e l’attuazione di norme di buon comportamento che tengano in considerazione l’utilizzo di prodotti igienizzanti per la sanificazione dei rubinetti dei lavandini e degli erogatori, nonché di tutte le superfici.

Per quanto riguarda invece l’acqua potabile in bottiglia, anch’essa è naturalmente sicura perché sottoposta a stringenti regolamentazioni prima della sua distribuzione in commercio, e può dunque essere consumata in piena tranquillità, ferma restando la buona norma di non condividere bicchieri, tazze e bottiglie con persone infette o potenzialmente tali.

La modalità di trasmissione del COVID-19 rimane quindi, come ormai assodato, il contatto con le goccioline emesse da una persona infetta con il respiro, la tosse o gli starnuti, oppure con superfici contaminate dal virus e successivo contatto con bocca, naso oppure occhi.

Le ben note regole di distanziamento sociale e l’utilizzo dei comuni dispositivi di protezione individuale a tutela di bocca e naso restano dunque le ulteriori modalità più efficaci, assieme al buonsenso, per evitare contagi.

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